domenica 16 aprile 2023

LA SETTA MONDIALISTA CONTRO LA RUSSIA

 "Bisogna essere in malafede per attribuire la crudelta' come tratto specifico del carattere nazionale russo.Esiste una pubblicistica che sostiene che quello russo di Vladimir Putin (Vladimir Putin lo aggiunto io, Safarevic scriveva queste parole nel 1989) o in generale ed in modo eterno, sia un popolo di schiavi, sempre pronto ad inchinarsi davanti alla crudelta', strisciante davanti ad ogni potere forte, insofferente verso tutto quello che e' straniero ed ostile alla cultura; si presenta la Russia come eterno focolaio di dispotismo e totalitarismo pericoloso per il resto del mondo."

Quanto sopra e' quanto sostiene Igor Safarevic in "La setta mondialista contro la Russia".

Infatti il popolo russo di Vladimir Putin non e' peggio del popolo italiano, quando , in realta' , la crudelta' e l'insofferenza a tutto quanto e' straniero e' la vera caratterista della mafia siciliana (non a caso la mafia si chiama "cosa nostra") e della 'ndrangheta calabrese, che, ancor peggio rispetto a Vladimir Putin non si confrontano a viso aperto con il nemico ma usano mezzi subdoli e viscidi (come per esempio l'incidente stradale cammuffato e fatto in maniera dolosa come continuazione della politica con un metodo militare o altre strategie/tattiche come l'istigazione al suicidio dopo che la vittima e' stata vessata o mobbizzata o altri tipi di incidenti dolosi ed artificiali come il crollo di un ponte mentre passa la vittima designata dimodoche' l'eliminazione della vittima avvenga in modo cammuffato in modo da , per dirla in modo volgare, di non farsi "sgamare") .

Sul carattere crudele dei calabresi si puo' leggere di Giorgio Ferrari "Gianfranco Miglio, storia di un giacobino nordista", pagina 20, dove si dice _Il nonno paterno (di Gianfranco Miglio), repubblicano al servizio del Re, e' stato combattente della terza guerra di indipendenza e fra i racconti che elargisce ai nipoti c'e la saga sempre nuova ma duramente vissuta della guerra ai "Briganti" del sud e l'immagine temuta e ricorrente di quel bersagliere crocefisso dai calabresi sopra un termitaio_