martedì 30 settembre 2014

MIA E MAIL INVIATA RIGUARDO L'INTERVISTA "tra Ratzinger e gli USA"

Sotto riporto la mia e mail inviata al sito Caffe' Europa di Giancarlo Bosetti e pubblicata in data 09/10/99.


In relazione alla intervista a Gadamer , Vi vorrei fra notare che nel 1993 ero giunto alle medesime conclusioni sulla basedi letture prese a prestito: "La guerra e l'unita' europea" discorso pronunciato all'Asemmblea costituente nella seduta del 29 luglio 1947 da Luigi Enaudi (discorso cruciale), la prefazione di Barbara Spinelli al "Libretto nero" di Zirinovsky, "le conseguenze economiche della pace" di Keynes.
All'incontro del 24-25 novembre 1994,  "la geopolitica della nuova europa" presso la statale di Milano, facolta' di scienze politiche ho esposto le mie idee a sergio romano sostenendo il pericolo di una terza guerra mondiale (nucleare), ma Sergio Romano ha detto che non vi erano problemi e d'altronde continua a farlo anche ultimamente, come nel suo ultimo articolo sulla Russia di oggi pubblicato sull'ultimo numero di liberal.
Il mio professore di diritto comunitario, Ugo Draetta, Universita' Cattolica del Sacro Cuore, sollecitato riguardo il problema nel 1994 con consegna di un mio elaborato sull'argomento, nel 1998, incontrato per caso in universita' ha addirittura fatto finta di non aver mai ricevuto il mio elaborato sull'argomento.
A questo punto mi devo complimentare con la Vostra rivista perché l'articolo intervista in oggetto mi ha interessato moltissimo, ha riconfermato il grande e difficilissimo ruolo di Giovanni Paolo II, ma ha soprattutto ancora una volta sottolineato che la torre di babele deve essere abbattuta e che si deve disperatamente trovare cio' che e' comune, come per Gadamer l'idea di trascendenza attraverso il sepolcro perché altrimenti un giorno non troveremo piu' nemmeno cio' che non e' comune.

Gianpaolo Bernasconi

Interpretazione autentica : non so voi , ma io per la torre di babele, come significato, ho sempre inteso L'ARROGANZA.

TRA RATZINGER E L'USA

Riporto una intervista apparsa su un sito web ora chiuso Caffe' Europa del direttore Giancarlo Bosetti ad Hans Georg Gadamer in data 02/10/99. Alla intervista io avevo risposto con un commento che riportava tre scritti, uno di Luigi Einaudi, uno della comunista Barbara Spinelli e uno di JM Keynes che avevo segnalato a conoscenti fin dall'autunno 1994 in relazione alla guerra in Jugoslavia principalmente a Como e Venezia.

TRA RATZINGER e L'USA, Hans Georg Gadamer con Giancarlo Bosetti.
"Il rispetto per le altre religioni e' un bene che puo' salvarci sull'orlo della catastrofe, ma il cammino verso la salvezza ha dei nemici, dentro e fuori della Chiesa tra i cardinali come Ratzinger da una parte e nel potere degli Stati Uniti dall'altra". Hans Georg Gadamer, cento anni il prossimo febbraio, dati anagrafici sincronizzati col girare dei secoli, volge da tempo la sua attenzione alla religione."Penso al rispetto dei non religiosi per le religioni, ma soprattutto al rispetto delle religioni tra loro come un mezzo per salvare il pianeta dalla guerra e dalla rovina".
Gia' un anno fa, qui ad Heidelberg, in una nostra precedente conversazione, aveva parlato della "trascendenza come risorsa". Eravamo in attesa dell'uscita della "fides et ratio", l'enciclica piu' filosofica di Giovanni Paolo II, che poi si e' rivelata molto dottrinaria e "tomista" per facilitare gli "apprezzamenti incrociati" tra le diverse confessioni. anzi , quel testo papale e' una polemica precisa contro un indirizzo filosofico, quello del "pensiero debole", dei Richard Rorty e dei Gianni Vattimo che di Gadamer sono un po' gli allievi e un po' i distributori.
L'intrico filosofico nel mezzo del quale si trova il "grande vecchio" dell'ermeneutica (cosi' si chiama la scuola filosofica, che ha in "verita' e metodo" il suo testo fondativo) e' complicato dal fatto che Papa Wojtyla ne e' un ammiratore al punto che lo ha voluto fin dall'inizio ai suoi seminari estivi di castelgandolfo organizzati da un altro gadameriano, Krisztof Michalsky, il direttore dell' Istituto di scienze umane di Vienna. Con queste premesse, e' possibile che il Pontefice sia sensibilea quello che Gadamer gli manda a dire, in polemica contro "i cardinali" gelosi della esclusivita' della dottrina cattolica, e soprattutto contro uncardinale, Joseph Ratzinger, che dall'ideologia di San Pietro e' il custode piu' rigido. e il meno disponibile agli "apprezzamenti incrociati".
PERCHE? SI PREOCCUPA DEI CARDINALI E DI RATZINGER?
Perché mi rendo conto che il Papa e' sostenitore di una tendenza potenzialmente cooperativa tra le religioni. Lui ci crede e vorrebbe fare di piu', questo e' sicuro, ma bisogna vedere che cosa puo' fare davvero. guardate quel che e' successo con il "mea culpa" sugli scismi, ortodosso, protestante, anglicano.I cardinali della dottrina si sono opposti al gesto del Pontefice che era esattamente una critica delle divisioni dottrinarie. E il cardinale Ratzinger, sempre presente, troppo presente ha cercato di fermarlo.
Il Papa e' un uomo con lo sguardo straordinariamente lungimirante e , pur essendo stato sempre molto attento, qui e' andato oltre le sue stesse possibilita', ha osato persino piu' di quello che ci si aspettava da lui.La tendenza cooperativa tra le religioni ha dei nemici molto forti fuori della chiesa, prima di tutto gli americani, e poi dentro la chiesa, i cardinali come Ratzinger, custodi severi della dottrina della "unicita'" del cristianesimo cattolico. Per questo temo che il Papa non ce la fara' a superare gli ostacoli. Forse altri capi religiosi, come il Dalai Lama, forse un indiano, forse altri. spero che si affacci qualcuno in grado di mettere in guardia l'umanita' contro il rischio di una catastrofe.
CI SPIEGHI MEGLIO LA SUA VISIONE DEI PERICOLI DI QUESTO MOMENTO E DEL POSSIBILE RUOLO DELLE RELIGIONI.
L'umanita' e' esposta a pericoli enormi a causa della larga disponibilita' di armi atomiche e di altri veleni distruttivi che possono produrre danni irrimediabili. L novita' del pericolo rispetto ai conflitti del passato consiste nel fatto che in mano a molti paesi, forse anche in Irak, ci sono tecnologie capaci di dsitruggere la vita sul pianeta. Gli americani sono consapevoli di questi rischi, ma la loro preoccupazione principale e' di mantenere ed espandere il proprio potere. Non abbiamo dunque molte risorse per la salvezza. Per questo il mio sguardo si rivolge non solo alla politica ma anche alle religioni.
MA LE RELIGIONI, A DIRE LA VERITA', SONO PIU' SPESSO CAUSA DI GUERRA CHE DI PACE. ANCHE LE GUERRE PIU' RECENTI IMPLCANO CONFLITTI E ATTRITI RELIGIOSI.
E' chiaroche le confessioni religiose sono diverse , so bene che e' gia' difficile trovare una lingua comune persino tra le varianti del cristianesimo, ma l'esposizione al pericolo e' cosi' alta, la minaccia di autodistruzione del globo cosi' forte che il dialogo tra le differenti culture appare ai miei occhi, come spero apparira' a tutti indispensabile. Partiamo allora da quello che tutte le culture e le religioni hanno in comune.
E CHE COSA HANNO IN COMUNE ?
Il temaq che puo' essere discusso tra le diverse culture e' quello dei diritti umani. sui diriiti umani un accordo si puo' trovare, si deve trovare per la stessa ragione per cui tutte le religioni, grandi e piccole, il confucianesimo, il buddismo, l'islamismo, il cristianesimo, ma anche le sette animiste dell'america del sud o dell'Africa, tutte, hanno in comune il culto dei morti. proprio tutte le culture. persino la Rivoluzione di Ottobre ha prodotto l'idea di conservare per l'eternita' il corpo di Lenin. sono molto incuriosito dalla discussione sulla prosecuzione o la sospensione di questa pratica. la stessa mummia di Lenin mostra in forma caricaturale la convinzione di quaklcosa che va al di la' della morte. Cosi' come i guerrieri vichinghi che si usava seppellire con tutta la loro enorme nave.
Il fatto e' che gli esseri umani sono le uniche entita' viventi che conscono il sepolcro. E il sepolcro rivela che credono al al di la', che dopo la morte rimane qualcosa.La devozione per i defunti cosi' universale esprime qualcosa che in termini filosofici chiamiamo trascendenza. questo elemento comune ci fornisce la base per porci un obbiettivo : che tutte le religioni accettino i diritti umani. Senza la cooperazione delle grandi culture cammino non e' possibile. il cristianesimo , da solo non basta, non copre l'intero globo. Eneppure gli altri. naturalment tocca un compito superiore alla politica che non alla filosofia. Noi filosofi possiamo semplicemente adoperarci perché del tema fiolosofico della trascendenza si valorizzi il tratto comune a tutti gli esseri umani, non le differenze dottrinarie che piacciono ai Ratzinger di ntutte le religioni, ai sofisti che esasperano le differenze teologiche e le fissano in sistemi.
I DIRITTI UMANI SEMBRANO AVERE PIU' NEMICI CHE AMICI NELLE RELIGIONI.
Certo i diritti umani sono sempre stati contestati perché percepiti come un attacco alla autonomia delle diverse culture e alla sovranita' degli Stati. Per questo la Cina per esempio ha sempre respinto discorsi sui diritti umani. Dobbiamo disintossicare questa situazione e attribuire questo compito atutte le grandi religioni, non con lo scopo surrettizzio di condannare la Cina per il bagno di sangue che ci fu a pechino e tutto il resto, ma in generale. Non bisogna urtare le singole culture. il modo giusto mon e' neppure quello degli americani, che non rappresentano di sicuro la cultura piu' amata dagli altri.La disintossicazione tocca alle grandi religioni. Non basta quello che il Papa sta facendo.
IL PAPA STA ORGANIZZANDO PER LA PRIMAVERA DEL 2000 UN VIAGGIO CHE HA ESATTAMENTE QUESTO SIGNIFICATO, PERCORRERE I LUOGHI DELLA STORIA "storia della salvezza" COMUNI A TRE GRANDI RELIGIONI: ISLAM, CRISTIANESIMO, EBRAISMO:
Io concordo con lui e sento di appartenere al mondo cristiano. so anche che lui sarebbe la persona nelle migliori condizioni per l'opera di disintossicazione. Ma non so se ce la puo' fare per le difficolta' che abbiamo visto, ha all'interno della Chiesa.In Vaticano non sono molto contenti che lui sia cosi' "liberal"Tra lui ed i cardinali non c'e' sempre una pace celestiale specialmente con alcuni di loro, come ho gia' detto. altri possono aiutare, specialm ente il DALAI LAMA.
E SE LE RELIGIONI NON SI LIBERANO DI QUESTI OSTACOLI INTERNI ALLA COOPERAZIONE PE I DIRITTI UMANI ?
Allora dovremmo chiedere aiuto ai politici e chiedere agli americani di contenere certe tendenze loro espamsionistiche, che somigliano a quello che si chiamava imperialismo. gli uomini di governo europei, indiani, arabi, dovrebbero intensifcare il confronto sui diritti umani per arrivare ad una pace solida prima della terza guerra mondiale, prima del crepuscolo del mondo. E' indispensabile che questo dialogo sia piu' rapido della diffusione degli armamenti nucleari. I diversi punti di vista non possono impedire di trovare principi comuni, come per esempio il valore della vita, forse il bando dell apena di morte coem indirizzo generale del diritto intenazionale. probabilmente sono troppo vecchio, e sono un vecchio la cui voce conta poco, ma sono convinto con sufficiente chiarezza che il mondo non sopravvivera' al prossimo secolo se non ci incamminiamo in questa direzione.
E VUOLE CHE QUESTO MESSAGGIO DI ALLARME AIUTI QUALCUNO AD APRIRE GLI OCCHI ? VUOLE INCORAGGIARE IL PAPA ?
Credo che il Papa sia molto consapevole dei pericoli, ma non ha una piena autonomia di azione.E' sottoposto a pressioni. io non sono cattolico, ma anche se fossi cattolico non potrei certo chiedergli di esaudire i miei desideri. questa sarebbedavvero una vana esagerazione della mia funzione nel mondo.Ho cercato con la mia filosofia di mostrare quante poche cose possiamo controllare, ho sempre insistito sul fatto che dobbiamo imparare molto e che non sappiamo niente.Mi sono dedicato al nostro grande "ignoramus". Ignoriamo soprattutto il mistero della trascendenza, non sappiamo niente del al di la'. Non cambiero' atteggiamento adesso, non abbandono la modestia. scriva che un vecchio le ha raccontato qualche idea che gli passava per la testa, qualche paura di cui non riesce a liberarsi.

venerdì 26 settembre 2014

DIRITTO A SECEDERE/Allen buchanan

Un ottimo testo sul diritto a secedere e' quello di Allen Buchan , con prefazione di Gianfranco Miglio, del febbraio 1994, edito da Mondadori "Secessione, quando e perché un paese ha il diritto di dividersi".Nella presentazione si legge:-Il diritto di un popolo a separarsi da un altro per fondare un nuovo stato sovrano e' un tabu che la filosofia politica non ha mai osato affrontare.In questo libro per la prima volta, viene proposta una teoria coerente delle condizioni che rendono moralmente giustificabile la secessione.La teoria viene poi applicata a numerosi esempi storici e contemporanei, tra cui gli stati Uniti, il Canada, il Bangladesh, gli stati dell'ex URSS e l'Italia.
Con stile argomentativo , lucido e penetrante, allen Buchanan chiarisce che in alcune circostanze il diritto alla secessione deve essere riconosciuto come ineccepibile.
L'autore sa bene che il dilagare del movimento secessionista potrebbe disturbare l'ordine internazionale, sconvolgere l'equilibrio dei poteri, creare popolazioni di profughi,interrompere il commercio mondiale e risolversi in una immane perdita di vite umane.tuttavia proprio l'urgenza del problema e la vastita' delle sue conseguenze ci devono spingere a riflettere sulle ragioni di chi chiede la separazione, per ipotizzare una soluzione giusta e responsabile.Non diversamente dal divorzio di due coniugi che hanno vissuto insieme per tanti anni, la secessione e' un atto doloroso, ma a volte necessario, da affrontare con occhi nuovi.
Questo volume ci invita soprattutto a verificare nei singoli casi concreti cio' che la teoria propone come metro di giudizio.:la violazione dei diritti civili e politici di un gruppo, la volonta' di annientare l'identita' culturale e in particolare la pervicacia nello sfruttare economicamente un gruppo a vantaggio di un altro sono le tre ragioni che giustificano la secessione. ........... .-

mercoledì 10 settembre 2014

A PARALYSED SOCIETY/ Gerontocracy

Here the following is a letter published by The Financial Times on 09/08/14 sent by Mr Angelo Richiello against GERONTOCRACY in Italy:

_Sir, The return of the 79-year-old Leonardo Del Vecchio to lead the company he founded, Luxottica, after ejecting Andrea Guerra signals that italy is still a gerontocracy ("Luxottica chief has long-range vision of growth", september 3). Mr Del Vecchio is a similar age to Silvio Berlusconi.
The 39-year-old prime minister, Matteo Renzi, is an exception to the rule; but some might imagine him as a puppet whose strings are moved by some mummies in an old palace in Rome or Sicily.
We need views and opinions that shake up our paralysed society. Do you want to see other Del Vecchios at helm of Corporate Italy or, even worse, at Palazzo Chigi ? I don't, thank you. Angelo richiello - Milan , Italy_