giovedì 28 giugno 2018

Anche fra i giornalisti vivono e prosperano le pecore nere

Riporto un ottima risposta apparsa su IL GIORNALE di Silvio Berlusconi del 27 giugno 2018, di Livio Caputo, nella rubrica DALLA VOSTRA PARTE:
"Nella mia qualita' di giornalista di lungo corso, dovrei essere lusingato o addirittura commosso dalla sua lettera, signor Cellin.Il guaio e' che non sono d'accordo:mi disturba il fatto che il suo riconoscimento vada indiscriminatamente a tutti i giornalisti, quando sappiamo benissimo che, come nelle altre categorie, anche noi abbiamo i nostri buoni ed i nostri cattivi, i nostri onesti ed i nostri disonesti, i nostri obiettivi ed i nostri faziosi, i nostri in buona ed i nostri in cattiva fede.Come posso per esempio accettare che vengano tributati tanti onori a un Marco Travaglio, che ha costruito la sua carriera sputando veleno su Berlusconi, o an un Giulietto Chiesa, che dopo aver passato una vita a magnificare da Mosca i fasti dell'URSS ha poi scritto un libro in cui sosteneva che l'undici settembre non e' stata opera di Al Qaeda ? se vuole di casi simili gliene posso citare a decine.Non e' neppure vero , ora che sono finiti i terribili anni di piombo cui abbiamo effettivamente pagato un pesante tributo di sangue, tutti i giornalisti vengano intimiditi e minacciati solo perché hanno il coraggio di dire la verita' ai cittadini:questa e' solo la sorte dei grandi opinionisti che denunciano i mali nazionali e dei non molti giornalisti investigativi che vanno a frugare nei segreti della malavita organizzata, della corruzione politica o del terrorismo islamico:loro si che meritano i suoi elogi, estenderli alla intera categoria mi pare eccessivo.Non sono neppure sicuro , che , al giorno di oggi, si possa fare una distizione cosi' netta tra chi fa  giornalismo e chi fa propaganda:lo spartiacque tra le due cose e' diventato incerto.Del resto lei stesso fa due citazioni di Montanelli (nei grandi giornali di oggi , che non possono farne a meno, chi comanda non e' piu' il direttore, ma l'ufficio marketing 2) chiunque vorra' diventare giornalista si ricordi di scegliere sempre il proprio padrone:il lettore) che , in un certo senso, cotraddicono il gran bene che dice di noi.La ringrazio percio' sentitamente per la sua lettera , ma la prego di tenete presente che non tutti meritano di essere considerati senza macchia e senza paura.

martedì 26 giugno 2018

PERDITE DELLA GRECIA

Riporto un ottimo scritto di  UDO GÜMPEL:
(25 gennaio 2015, all’indomani della vittoria di Syriza alle elezioni greche – dal suo profilo facebook)
È cominciata l’ora della verità per Alexis Tsipras.
Ha vinto giustamente in Grecia e ora deve governare un paese rovinato da tutti governi precedenti. Tsipras su una cosa ha certamente ragione: La Grecia così come è conciata oggi non potrà mai pagare i 350 miliardi di debiti di stato. E gli Stati dell’Euro devono finalmente dichiarare pubblicamente ciò che loro sanno da anni ma temono di ammettere: La Grecia è uno Stato fallito, in bancarotta, totalmente insolvente, e da anni. È sopravvissuta a stenti grazie ai 237,5 miliardi europei dei paesi dell’Euro e del FMI, dati in tre programmi di aiuti. Nonostante i tassi favorevolissimi accordati intorno al 1% potranno rimborsare poco o niente. I privati creditori sono già stati tosati nel primo haircut nel 2012 per 103 miliardi di Euro, una perdita superiore al 50% del loro capitale investito. Chi comprerebbe mai più un titolo di stato greco? Nessuno sano di mente. Ora vediamo il programma di Tsipras. Farà meglio dei suoi predecessori?
Le origini dell’attuale disastro era una orgia di spesa pubblica. Dal 2002 al 2009 la Grecia ha finanziato ben 170 miliardi di uscite permanenti con il ricorso al debito, facendo lievitare lo stock totale dal 152 miliardi iniziali ai 350 allo scoppio della crisi. Quali erano le cause dunque? Assunzioni folli nel pubblico impiego. Regalie fiscali a tutti. Innalzamento di stipendi in ogni settore, pensioni per tutti “gratis”, anche senza aver mai versato un soldo. Tutto grazie all’Euro garantito dai paesi-partner. Come credevano o facevano finta di credere le banche, colpevoli anche loro di creduloneria massima. Pazienza, loro, i privati, sono stati tosati bene: hanno perso più della metà del loro capitale nel primo haircut greco. Il problema del governo Tsipras è uno solo. Il programma politico del giovane vincitore dell’estrema sinistra è esattamente lo stesso di Nea Demokratia e del Pasok. Spendere e spandere i soldi degli altri. Solo che oggi questi soldi “degli altri” non esistono più. Nessuna banca del mondo presta più un dollaro, un euro alla Grecia senza le garanzie reali dei partner dell’Euro.
Naturalmente, i gonzi credono che ora tutto sia un problema della Germania. Al contrario. L’Italia ha impegnato 54 miliardi di Euro negli aiuti, la Germania perderebbe fino a 75 miliardi, nel caso di una insolvenza completa. Ma la Germania ha il bilancio pubblico in avanzo, mica in rosso. Sarebbe un colpo, ma rimarrebbe sempre sotto il 2 % del deficit. Accettabile, per un anno. Per l’Italia sarebbe un tracollo finanziario totale. Il default della Grecia tirerebbe dietro il semi-default dell’Italia. Ora, è bene che Tsipras governi. E` bene che lui si renda conto che la vita con i soldi prestati – prima dalle banche e ora dai cittadini europei – è finita da un po’.
Tsipras caccia la Troika? Ci provi. E allora cerchi di far pagare le tasse ai Greci. Magari chiede aiuto ai miliardari greci che hanno sistemato 200 miliardi di Euro sui conti svizzeri. Oppure chiede alla sinistra radicale europea una auto-tassazione per mantenere statali che protestano di andare in pensione con 62 anni, richiesta incredibilmente brutale che priva il milioncino di statali della Grecia di preziosi anni della pensione. È giunta l’ora della verità.

"L'antipolitica " di Dacia Maraini

Riporto un ottimo articolo di Dacia Maraini apparso oggi su il "Corriere della sera":

"L’antipolitica trionfa, si diffonde allegramente in un Paese anarcoide come il nostro. L’antipolitica, che vorrebbe essere una specie di smacchiatore della coscienza pubblica, si sta trasformando in odio e disprezzo per le istituzioni. Un odio pericolosissimo, perché le istituzioni servono per garantire la democrazia. Dove le istituzioni e le leggi non funzionano, dominano i più ricchi e i più potenti. Molti, in buona fede, e spinti da una sincera indignazione contro i guasti della politica, hanno pensato che, distruggendo le istituzioni si poteva ricominciare tutto da capo e con purezza. Ma cosa vorrebbero mettere al posto della politica, ormai sistematicamente disprezzata, considerata logora, riempita dalle malefatte delle caste? La prima idea apparentemente nuovissima ma purtroppo molto vecchia, è di affidarsi a una parola che gode sempre di un alone magico: popolo. Il popolo, si dice, è stanco, indignato, povero, malato. E cosa vuole? Pulizia giustizia. Ma chi lo rappresenta? E qui si autopropongono dei nuovi aspiranti governatori che si autodefiniscono più puri e onesti di tutti coloro che li hanno preceduti. Nuovi governatori che, disprezzando la competenza come fonte di corruzione, si affidano alla improvvisazione di persone pescate dentro il corpo «sano» del popolo. Da qui la parola populismo. Che però storicamente nasceva come un sogno: il governo di contadini e operai tenuti ai margini della società, che finalmente avrebbero eletto direttamente i loro rappresentanti, in barba alle istituzioni.
Solo che in una società di massa, complessa e articolata, dominata dai grandi interessi economici, con una tecnologia che inquina le coscienze, la parola popolo suona stonata. Chi sarebbe il popolo oggi? Quella parte della piccola borghesia incanaglita e inselvatichita a cui la rete ha dato l’agio di tirare fuori, anonimamente, il peggio della frustrazione e dell’odio distruttore di ogni cosa? O i delusi che vogliono vendicarsi? O chi si fa prendere da paure insufflate? Sostituire la competenza, prodotto di selezione, con la improvvisazione, stabilendo che chi non sa è più puro e giusto, è un azzardo pericoloso. Le istituzioni, svuotate di prestigio e competenza, si riempiono, nel migliore dei casi di incompetenti che poi si affidano a competenti che tramano nell’ombra; nel peggiore dei casi di prepotenti che tendono a prendere in mano le leve del potere per imporre le proprie idee e i propri interessi. Le dittature nascono così. "

mercoledì 13 giugno 2018

The godfathers _If I only had time

I like , very very much:The Godfathers - If I only had time - on EPIC, 1988.






Today a new sun rises
Look in the mirror there's no surprises
Things ain't what they used to be
Cary Grant's on L.S.D
If I only had time
I'd think of the perfect crime
If I only had time
I'd think of the perfect crime
It's the only way to be
From here to eternity
Things ain't what they used to be
We're living under a false economy
If I only had time
I'd think of the perfect crime
If I only had time
I'd think of the perfect crime
A million mums are hooked on valium
And you should see what you have done to them
Things ain't what they used to be
A generation raised on poverty
If I only had time
I'd think of the perfect crime
If I only had time
I'd think of the perfect crime
Time
Time

venerdì 1 giugno 2018

VALUES FROM THE BIBLE

As you know, anthropology is the study of human beings and where they came from. As a scientific discipline, it has been led for decades by people with evolutionary presuppositions. There are many people within Christian churches – including many pastors – who do not think it matters what we believe about how human beings got here. What matters is the value that we place on humanity today.
The problem with such an attitude is that we need to know where our values come from. An atheist evolutionist can be understood when they believe that human life does not essentially have greater worth than that of an animal. After all, if we evolved from animals, we are basically the same as them.  If our pet cat gives birth to too many kittens, we might not be too uncomfortable in disposing of the excess number of kittens, and so it should not be any more of a problem for us to do the same with babies. The reason why Christians – including those who believe in evolution – tend to find such comparisons abhorrent is because we get our values from the Bible.
But the Bible makes clear that our value as human beings is derived from our special creation. Genesis tells us that God simply spoke the animals into existence, but Adam was personally formed by God, who breathed into him to make him into a living spirit. Mankind is made imago dei – in the image of God. This level of value exists because Genesis speaks the literal truth about how humanity came to be.
Courtesy:  Creationmoments.com