giovedì 27 ottobre 2022

La sinistra internazionale ha la coda di paglia riguardo le delocalizzazioni

 Qualche giorno orsono , Martin Wolf sul Financial Times, letteralmente, scriveva che "solo un malato di mente poteva essere arrabbiato con la globalizzazione".

Sull'assunto di Martin Wolf, sono completamente d'accordo dato che il problema non e' la globalizzazione, iniziata nel 1994 dopo la caduta del muro di Berlino, dato che si voleva esportare il capitalismo liberale in paesi come la Russia o la Cina, dopo la caduta del comunismo , ma il problema sono le delocalizzazioni, come definite da James Goldsmith nel testo "The trap".

Infatti e' con il GATT , firmato nel 1994 da Bill Clinton che , dal punto di vista giuridico dei trattati internazionali , si legalizza la delocalizzazione di attivita' in Cina e nei paesi  emergenti in generale secondo la volonta della sinistra mainstream internazionale, avvertita, da  parte di un conservatore inglese come James Goldsmith, del disastro che avrebbero creato dato che , per esempio, in certi paesi emergenti ed in Cina, con lo stipendio di un operaio francese del 1994, si pagavano molti operai cinesi e quindi si producevano prodotti sottocosto rispetto Europa occidentale ed USA che, in forza di un arbitraggio sul costo del lavoro, avrebbero invaso i mercati occidentali, erodendo lentamente la base industriale dei paesi sviluppati e creando poi di conseguenza disoccupazione strutturale nei paesi sviluppati (nel discorso di insediamento del 2016 Donald Trump dice che fino ad 1/5 della disoccupazione degli USA e' dovuta alle delocalizzazioni) e danneggiando, di conseguenza, la classe operaia dei paesi sviluppati, sul lungo periodo:quindi una riforma, quella del GATT nel 1994, voluta dalla sinistra avrebbe poi svenduto la classe operaia dei paesi sviluppati, non grazie ad un conservatore, ma grazie alla sinistra , ossia a Bill Clinton & Company.

Il problema ricordiamolo non sono le aziende che producono, ad esempio, in Cina e vendono i prodotti in Cina , ma quelli che producono in Cina e vendono prodotti sottocosto nei paesi sviluppati come la Francia, per esempio, ossia che lavorano ed insistono su zone con costi del lavoro radicalmente differenti.

Nel 1994 James Goldsmith fu inascoltato e nel 2010/2012, dopo la crisi finanziaria del 2008, quando l'erosione della base industriale dei paesi sviluppati iniziava a mostrarsi platealmente (nel 2012, era ormai da anni che il problema delocalizzazioni era stato completamente dimenticato ed il termine delocalizzazione non era piu' al centro del radar della politica e dei titoli di giornale ossia nessuno parlava piu' di delocalizzazioni), io postai un video su you tube ,  https://www.youtube.com/watch?v=TD-sF0WfpL8 , avendo intuito il problema manifattura/delocalizzazione a livello globale senza, in quel periodo aver mai letto "THE TRAP" di James Goldsmith perche' lo comprai qualche anno successivo al 2012 insieme al ancor piu' preciso e magistrale "THE RESPONSE" del 1995, sempre di James Goldsmith : ossia io capii e compresi il problema della manifattura e delle delocalizzazioni senza aver letto dei testi sulle delocalizzazioni (o senza ricordare od avere in mente gli articoli sul Corriere della sera del 1994 di Giovanni Sartori riguardo le delocalizzazioni che lessi solo qualche anno orsono solo perche' il Corriere della sera li ricordo')   ma solo avendo notato che nei negozi occidentali  c'erano , ormai da anni, troppi prodotti con l'etichetta made in China, made in Taiwan o made in indonesia etc etc .

In relazione a quel video sulla manifattura del 2012, dove avevo intuito il problema delocalizzazioni, fui aspramente criticato, nel 2013, come un povero idiota che si poneva contro lo status quo del GATT , del WTO e della entrata della Cina nel WTO, durante un colloquio di lavoro.

E' solo nel 2016, con Donald Trump, che il problema Offshoring ossia delocalizzazioni incontra l'interesse della politica importante ed inizia a riavere l'onore dei titoli di giornale che aveva perso dal libro di James Goldsmith "The Trap" del 1994.

Oggi tutti si riempiono la bocca del termine delocalizzazione, spesso senza conoscerlo, confondendo delocalizzazione e libero commercio (come definito da David Ricardo), ed e' per quello che Martin Wolf, qualche giorno fa , sul Financial Times scriveva "solo un malato di mente criticherebbe la globalizzazione" ; questo perche' Martin Wolf & company ossia Financial Times & company hanno la coda di paglia sul commercio internazionale, dato che le delocalizzazioni sono nate nel 1994 grazie ad economisti tendenzialmente di sinistra che poi sono gli stessi che , odiernamente, dalle pagine del Financial  Times e dell' Economist lanciano strali contro Donald Trump arrivando a diffamarlo come amico di Vladimir Putin